Nasce a Monticelli d'Ongina, in provincia di Piacenza,
nella notte tra il 15 e il 16 marzo. Siccome allora la gente del paese “era
per la strada per godersi la prima volta la luce elettrica e, di fronte
al ´miracolo´ non si parlava che di Pace, l'elettricista
della Società Brioschi che aveva messo a punto l'impianto di
illuminazione del paese” (Arisi, 1998), ne derivò per Malfanti
il soprannome permanente di “Pace”.
Comincia a frequentare la scuola d'arte e mestieri
'Ala Ponzone' di Cremona, ma deve interrompere gli studi dopo la
morte del padre. “Si mise a fare il decoratore, qualsiasi lavoro gli
offrivano andava bene pur di far quadrare il bilancio. Il primo contatto
con le durezze della vita, avvenuto in modo così drammatico, avrebbe
potuto significare il tramonto di tutte le sue speranze, ma fortunatamente
non fu così. Nei giorni di festa e nei momenti liberi i colori lo
attiravano sempre: si esercitava copiando delle riproduzioni di quadri di
altri pittori, ma a volte dipingeva anche all'aperto” (Anonimo,
G. Malfanti, in “La Cucina Italiana”, n. 8, agosto 1978, p.
936)
A Monticelli d´Ongina si tiene, dal 2 ottobre, una
mostra
collettiva d'arte a cui partecipano quaranta artisti piacentini,
cremonesi, bresciani e milanesi che espongono 130 opere tra pitture, sculture,
disegni e sbalzi in rame. Malfanti ottiene il primo premio con
Inverno
gramo, il secondo va a Luciano Spazzali per il dipinto
Cortile
di Borghetto, il terzo a Ernesto Giacobbi per le sue tre opere, due
Figure sdraiate e una composizione di genere allegorico.
Espone anche a Piacenza, alla
Mostra
d'arte dei pittori piacentini, e tiene una mostra personale ad
Alessandria,
presso la sala della C.C.I.A.A.
A Piacenza, partecipa alla
Mostra
d'Arte delle tre province. “Malfanti ha due cose riuscite:
Le beghine e Sole sul sagrato: non si sbilancia ma ci sa fare” (F.Cogni,
Pittori e scultori di tre province alla Mostra di Palazzo Gotico, in “Libertà”,
27 settembre 1953)
Tiene una mostra personale a Piacenza: ventisei le
opere
esposte.
“Per molti aspetti, questo nostro pittore ricorda i macchiaioli,
sia per la tecnica che per la tenue malinconia che pervade le sue opere.
E questo non è certamente il lato positivo. Bisognerebbe che rompesse
con l'Ottocento cui senza dubbio è ancora legato se non altro
dal lato formale e per un pittore della sua tempra il passaggio non è
difficile” (E. Di Giacomo, Giacomo Malfanti alla Galleria d'Arte,
“L'Unità”, 23 febbraio 1954).
“I quadri esposti, che non sono molti, denotano nel suo autore
una notevole padronanza del mezzo tecnico, e una tendenza piacevole al
caricaturale, che ne farebbero un non comune cartellonista: tanto più
che, nonostante la sua predilezione per i toni freddi - evidente soprattutto
nei vari 'Convegni delle streghe', lugubri ma decorativi, e in
una bizzarra 'Crocifissione' che potrebbe essere benissimo utilizzata
come elegante tricromia fuori testo di una Bibbia illustrata - questo
pittore sa anche mettere a profitto le sue doti di colorista in quadri
come 'La spiaggia' di un festevole cromatismo. In sostanza, un
pittore che ha delle qualità e delle possibilità, che per
ora egli non sembra saper sfruttare sempre (come nella 'Natura morta'),
ma che probabilmente si farà strada come garbato illustratore”.
(Anonimo, Il pittore Malfanti espone, “Il Ticino”, 2 aprile
1955).