Malfanti è un solitario ma dipinge volentieri i gruppi; nell’immediato
dopoguerra (1947) la gente del Po, sulla riva, accanto alle barche, o all’osteria.
Le donne le vede per strada, lunghe, allampanate, vecchie, brutte; sono
le beghine (1947), e il loro gruppo s’ingrossa se vanno in chiesa, tirandosi
dietro qualche marito (1952), che si fermerà in fondo, vicino alla
porta.
Le vecchie parlano, parlano (sono le “Maldicenti” esposte a
Piacenza nel ’54).
I giovani, come i vecchi, cercano conforto nel vino, all’osteria;
qualcuno, ad esempio Giuspì n il barcaiolo, solo come un cane, tiene
stretta la scodella, bene irrinunciabile; sono “soli” anche quando
sono in due o tre: senza sorriso, senza parole.
La gente è triste anche quando si riposa sulle panchine; i pensionati
sono tozzi, quasi dei nani; ntorno a un tavolo, con uno scodellino di vino
davanti, attendono la sera che tarda a venire; afa, noia.
Qualche volta il tavolo è quello di casa, con le tazzine del caffè
; allora ci sono anche le donne, ma tristi anch’esse. Non mancano le
evasioni: nelle feste di paese, nei picnic, nel carnevale, nel gioco delle
bocce, nel mercato, ma l’aria non è mai lieta anche se a volte,
verso il 1970 e 1980, i colori tentano di cantare.
La festa dell’aglio è l’orgoglio per Monticelli, il
suo paese; un quadretto con la pulitura dell’aglio è caratterizzato
da colori bassi e riflessi di seta.
Entrato nella scuola elementare, Malfanti vede i ragazzi pensosi (preoccupati
per il compito in classe?).
Monticelli non è paese di vigneti, ma già prima del 1957
Malfanti dipinge delle “Vendemmiatrici”, forse sollecitato dalle
“Feste dell’uva” che si organizzavano a Piacenza, sotto
i portici del “Gotico” (insieme alle “Vendemmiatrici”
nel ’57 espose a Piacenza le “Spigolatrici”, a formare pendants).
La vendemmia l’interessò anche molto più tardi; nella
collezione Rinaldi di Reggio Emilia, cinque dipinti illustrano la raccolta
dell’uva: in due del 1986, i tralci d’uva rossa sono in primo
piano, visti come natura morta; tre sono dedicati alle vigne, tra il 1992
e il 1996; il più felice è l’ultimo, dipinto a novant’anni.